Nel 2021, in occasione del ventesimo anniversario dell’11 settembre, Marvel Comics ha ricordato gli eventi di quel terribile giorno con una storia breve inserita in diversi albi (Amazing Spider-Man 73, Daredevil 34, Excalibur 23, Ka-Zar: Lord Of The Savage Land 1 e X-Force 23).

Spider-Man e Capitan America si incontrano, commossi, dinanzi al memoriale delle Torri Gemelle, mentre risuonano i cinque rintocchi ripetuti per quattro volte della Bell of Hope, la campana della speranza. Una storia disegnata dallo stesso John Romita Jr. che, nel dicembre 2001, illustrò il celebre numero di Amazing Spider-Man dedicato all’11 settembre.
Così gli eventi del mondo reale tornano a fare capolino nel mondo dei supereroi. Un mondo in cui, normalmente, le tragedie non hanno conseguenze. In cui interi palazzi vengono abbattuti negli scontri tra eroi e cattivi, e le città sono invase da alieni, conquistate o trasportate in altre dimensioni. Ma nell’arco di pochi giorni tutto è risolto, tutto (o quasi) è dimenticato. Non ci sono traumi o cicatrici per la popolazione fittizia di queste metropoli senza memoria.

La straordinaria resilienza dei mondi a fumetti non è un indice del potere salvifico dei supereroi, quanto piuttosto della loro impotenza. Con tutti i loro straordinari poteri, gli Avengers, gli X-Men e i Fantastici Quattro vivono in un mondo plastico e immutabile, dove niente peggiora o migliora davvero.
A nulla servono le invenzioni mirabolanti, le astronavi e i portali del teletrasporto: le strade di New York saranno sempre ingombre di banalissime automobili a benzina, e non di futuribili hovercraft a emissioni zero. E gli attentati alle Torri Gemelle, incursione del mondo reale nello skyline newyorkese ritratto in vignette e copertine, non possono essere evitati: solo ricordati, commemorati, raccontati.
La bolla incantata dei fumetti rispecchia quella degli Stati Uniti. Una super-potenza continentale, giovane, dove i problemi del resto del mondo sono cosa lontana e interesse di pochi, non della gente comune. Una nazione mai invasa e intoccabile, con la remota (in senso temporale e geografico) eccezione di Pearl Harbour. Tutto vero, almeno sino a 20 anni fa. Fino all’11 settembre 2001.
All’epoca, il più grande evento traumatico degli Stati Uniti moderni infranse l’illusione di isolamento con tanta forza da perforare anche la bolla dei comic book. Nemmeno i supereroi (e i loro editori) poterono ignorare interamente il crollo delle Torri Gemelle.