Nell’ottobre 2019, Martin Scorsese criticò duramente i film dell’Universo Cinematografico Marvel e, più in generale, i cinecomics, affermando che “i film Marvel non sono cinema” e che andrebbero considerati piuttosto dei “parchi divertimenti”. La posizione del regista avviò una vera e propria crociata nei confronti dei film sui supereroi che raggiunse persino cineasti come Francis Ford Coppola, Ken Loach, Pedro Almodóvar e Ridley Scott, innescando un interminabile dibattito tra i fan del genere e i sostenitori del presunto “vero cinema”.
Ospite del podcast Sway’s Universe, Samuel L. Jackson (interprete di Nick Fury) ha preso le difese dei film Marvel e dei cinecomic in generale, spiegando per quale motivo il pubblico ha bisogno di vedere queste pellicole:
Le persone continuano a dire: ‘Odiamo questi film sui supereroi. Ci hanno stancato! Facessero dei film che abbiano senso!’ Beh, ad alcune persone piacciano i film sui supereroi. A un sacco di persone. Io sono una di loro.
Sono davvero orgoglioso di averne fatto parte. Penso che la rilevanza di quei personaggi sia rappresentata dal fatto che le persone li hanno a cuore in un modo piuttosto specifico. E ciò fa capire per quale ragione i film di Spider-Man incassano così tanto. Miles Morales è un personaggio diverso da Peter Parker.
L’attore ha anche commentato le critiche rivolte al live-action La Sirenetta (2023):
A volte si sente dire alle persone ‘Oh no, una sirena nera’. Sai, le sirene non sono reali. Possono essere nere, verdi, arancioni. Non sono cose reali, ma dare alle persone una vita immaginaria che li porta via dallo schifo di realtà con cui dobbiamo avere a che fare ogni giorno – con stragi, rapine, vagabondaggio e tutte queste cose – è molto importante.
Infine, Jackson conclude dicendo:
Abbiamo bisogno di una via d’uscita, un posto per evadere, anche se solo per due ore o un’ora e mezza. Non possiamo stare in casa e vedere queste cose in streaming in continuazione. Abbiamo bisogno di andare al cinema perché è un’esperienza collettiva, e gli umani ne hanno bisogno. È come una montagna russa: dobbiamo urlare, ridere e piangere insieme. È per questo che lo facciamo, è per questo che lo faccio. Perché voglio intrattenere le persone e voglio essere intrattenuto da quello che mi intrattiene.