Quando il Marvel Cinematic Universe iniziò nel 2008, nessuno avrebbe potuto immaginare che da un ricco genio playboy, creatosi un’armatura tecnologica per salvarsi la vita usando solo una scatola di rottami, saremmo arrivati a parlare di Multiverso.
Nel tempo, l’MCU ha ampliato i propri confini immergendo i personaggi e gli spettatori in angoli inesplorati e luoghi visivamente spettacolari e introducendoci al concetto che altre realtà confinino con quella da noi conosciuta, prima introducendoci il Regno Quantico in Ant-Man, poi aprendo le porte al mondo della magia con Doctor Strange, dove abbiamo visto numerose dimensioni alternative.
In un lungo approfondimento sulla storia dell’MCU pubblicato da The New Yorker, lo sceneggiatore Erik Sommer ha svelato che gli assistenti dei Marvel Studios hanno creato un documento che spiega le differenze tra un “universo” e una “dimensione”.
Lo sceneggiatore, tuttavia, ha puntualizzato che i concetti illustrati in questo documento sono alquanto flessibili e possono essere reimmaginati in base alle esigenze creative in qualsiasi momento, a dimostrazione della libertà concessa dallo studio a registi e collaboratori:
A parte questo, non è un diagramma gigante di punti pre-esistenti che devono essere collegati in un certo ordine.
Nonostante i Marvel Studios abbiano creato un vero e proprio manuale per permettere ai creativi coinvolti nei loro progetti di orientarsi al meglio nell’esplorazione delle infinite possibilità offerte da questi concetti, molti fan avvertono l’assenza di un sistema di regole univoco e chiaro in grado di spiegare il funzionamento effettivo del Multiverso, delle dimensioni alternative e delle linee temporali.