La prossima serie televisiva targata Marvel Studios, intitolata Secret Invasion e in arrivo su Disney+ dal 21 giugno, darà allo stesso tempo una sferzata di novità legandosi a qualcosa di già visto nel recente passato del MCU.
Come preannunciato infatti dall’attore protagonista della serie in questione, il Nick Fury di Samuel L. Jackson, tale prodotto riprenderà le sfumature narrative osservate in Captain America: The Winter Soldier (2014).
Un alone di mistero e doppio gioco in salsa militare avvolgerà il percorso che seguiranno i personaggi durante i sei episodi che sostanziano la mini-trama.
Non è solo questa però la novità introdotta da Secret Invasion, ci sarà un’assoluta mancanza di supereroi a campeggiare in primo piano: un’assenza che potrebbe apparire fuori luogo per un prodotto Marvel, ma che in realtà incarna il vero plus di questa serie.
Dimostrare che si può tirar fuori un racconto che calamita l’attenzione del pubblico senza dover ricorrere per forza, ogni volta, a superpoteri, o per dirla alla Samuel L. Jackson: a “persone che volano”.
Una scelta decisa e condivisa da attori, sceneggiatori e regista, con il chiaro intento di portare una ventata di freschezza nel panorama MCU attuale.
Ma come sempre accade, il presente attinge a piene mani dal passato, e anche qui ritorna questa regola, nello specifico con il riferimento al secondo capitolo di Captain America. Un’esigenza di caratterizzazione narrativa utile a sopperire con la forma quanto manca nella sostanza: sempre che forma e sostanza in questa fattispecie non coincidano.
Insomma, ciò che vuole dimostrare questa serie è che percorrere la strada più semplice non significa aver preso la decisione più giusta.
Avere il coraggio di battere un sentiero inesplorato, mutuando dal passato elementi narrativi d’impatto per riattualizzarli nella contemporaneità, può realmente condurre ad un risultato positivo in termini di feedback. Il tutto nonostante un super siero in meno controbilanciato da un soggetto espositivo in più.
Giocare dunque con la logica del doppio gioco, della vecchia strategia militare o di spionaggio che dir si voglia, permette a Secret Invasion di creare qualcosa di originale discostandosi dal già visto e rivisto.
Il non potersi fidare di nessuno, l’altro strumento cardine su cui fa leva questo prodotto seriale, per tenere viva la suspence di chi guarda. Il non prendere per buono ciò che si osserva e metterlo in discussione minuto dopo minuto, è un’autentica novità per l’MCU.
Una novità che offre però ampie garanzie di successo: basti pensare a quanto accaduto con Loki, il re dell’inganno e dell’imprevedibilità. Ora come allora un’evasione dalla standardizzazione del racconto che sancisce un ulteriore step di crescita per l’intero movimento supereroistico del grande e piccolo schermo.