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Home » Marvel Studios: nuove testimonianze sullo ‘sfruttamento’ dei VFX artists, costretti a lavori di oltre 18 ore al giorno per tre mesi
Film

Marvel Studios: nuove testimonianze sullo ‘sfruttamento’ dei VFX artists, costretti a lavori di oltre 18 ore al giorno per tre mesi

Alessio LonigroDi Alessio Lonigro14 Gennaio 2023Aggiornato il: 18 Gennaio 20235 minuti

Nel corso degli ultimi mesi, sono emerse online le testimonianze di numerosi VFX artists – coloro che si occupano della realizzazione degli effetti visivi e della CGI di tutti i blockbuster prodotti ad Hollywood – i quali hanno denunciato le condizioni di lavoro legate ai progetti dei Marvel Studios, così come l’impatto delle tempistiche opprimenti sul loro stato d’animo e la mole di lavoro non proporzionale alla paga.

La compagnia, infatti, esercita molto potere sulle aziende che si occupano di effetti visivi e chiede di continuo diversi cambiamenti nel bel mezzo della lavorazione, ben più di ogni altro cliente dell’industria cinematografica.

Le testimonianze

In un lungo approfondimento pubblicato da Vulture sulla crisi dei VFX ad Hollywood è stata riportata la testimonianza di Mark Patch, un VFX artist veterano con una lunga lista di crediti (che include i film Ghostbusters del 2016 e Tenet del 2020, e la serie American Gods di Starz). Patch afferma che, dopo aver ricevuto l’offerta di una posizione a tempo determinato per lavorare ai VFX di una serie dei Marvel Studios per Disney+, lo studio avrebbe rifiutato di pagargli il suo salario stabilito pretendendo di vedere prima una busta paga per il lavoro svolto sul blockbuster di Christopher Nolan, per poi ridurre il suo cachet di diverse centinaia di dollari a settimana.

Il VFX artist, inoltre, ha svelato di aver ricevuto delle istruzioni di riservatezza da parte di Victoria Alonso (presidente della produzione fisica e della post-produzione, degli effetti visivi e della produzione di progetti animati dei Marvel Studios) e della produttrice dei VFX Jen Underdahl in una riunione telefonica, che gli chiesero di tenere segreto il suo impiego presso la compagnia e di evitare qualsiasi post sui social media che potesse in qualche modo associarlo ad un progetto del Marvel Cinematic Universe.

Patch racconta:

La mia reazione fu: ‘Ok, non posso neanche dire alla mia famiglia dove sono? Cos’è questo, il Progetto Manhattan?

Lo ‘sfruttamento’ e le richieste eccessive

Patch ha spiegato che la serie di dieci ore (che ha sottolineato di non poter menzionare esplicitamente per via di un accordo di non divulgazione) a cui avrebbe dovuto lavorare per i Marvel Studios richiedeva circa 3000 shot con VFX che dovevano essere completati in tempi molto più brevi di quelli necessari per un tradizionale film di supereroi (che di solito ha circa 1600 shot). Di fronte alla prospettiva di un lavoro che avrebbe richiesto 18 ore al giorno, sette giorni a settimana per tre mesi consecutivi, Patch ha reciso il contratto:

Rifiutai. Era una proposta da pazzi. Mi dissero: ‘Ok, ma vuoi lavorare alla nostra prossima serie?’, ed io dissi: ‘No.’

Vulture specifica che i Marvel Studios hanno rifiutato di rilasciare dichiarazioni sulla storia raccontata da Patch e di rendere la Alonso e la Underdahl disponibili per un’intervista o un chiarimento.

Patch, che di recente ha lavorato come produttore associato degli effetti visivi del film Nope (2021) di Jordan Peele, ha aggiunto di essere rimasto sorpreso di scoprire che Victoria Alonso e il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige abbiano insistito nell’approvare personalmente gli shot che necessitano del lavoro sui VFX:

Ti svegli e scopri che la prima revisione è fissata alle 7:30 di una domenica, perché stai avendo a che fare con l’agenda di Kevin Feige e con tutti i fornitori di tutto il mondo: Londra, Bangalore, Australia, Cina. Poi tutti devono effettuare delle modifiche in base alle esigenze di chiunque stia riesaminando gli shot: il regista, lo showrunner, i produttori. Tutti danno la loro opinione, anche se non sanno di cosa stanno parlando. A volte forniscono addirittura molteplici note sugli stessi frame. Ed è lì che pensi: ‘In che direzione devo andare con questa cosa?’

I Marvel Studios hanno rifiutato di rilasciare commenti sul coinvolgimento di Feige ma, secondo un insider vicino alla compagnia, il produttore non approva ogni singolo shot con VFX.

La mole di lavoro

Anche se gli incarichi per i Marvel Studios consentono una certa vicinanza ad alcuni dei cineasti più talentuosi dell’industria cinematografica attuale come Chloé Zhao (Eternals), Taika Waititi (Thor: Love and Thunder) e Ryan Coogler (Black Panther: Wakanda Forever), Patch ha evidenziato che per buona parte di questi registi un film Marvel rappresenta la prima esperienza con un progetto ad alto budget che si basa quasi esclusivamente sui VFX:

Prendono un tizio che ha realizzato qualche film economico o un film indipendente con un buzz positivo. E poi dicono: ‘Ok, possiamo guidare questa persona nel fare ciò che vogliamo.’

Nonostante i film dell’MCU richiedano una quantità impressionante di lavoro, la maggior parte dei fornitori di VFX più importanti – tra cui Digital Domain, Framestore e Weta Digital – sono disposti ad occuparsi degli effetti di questi progetti poiché i risultati dei cinecomics contribuiscono alla carriera e alle future possibilità lavorative:

Potresti fare un lavoro spettacolare su un film come The Irishman. Ma lo stesso tipo di ringiovanimento digitale fatto su Samuel L. Jackson in Captain Marvel ti porta molta più attenzione, perché si tratta della Marvel.

Disney Plus Kevin Feige Marvel Cinematic Universe marvel studios Victoria Alonso
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Alessio Lonigro
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Nato nel 1999 a Bari, comincia a leggere fumetti a partire dal 2007, in piena Civil War. Ma è dal 2012 che nasce il suo amore definitivo per una delle più importanti case editrici di sempre: la Marvel. Non importa se si parli di film, fumetti o serie TV... Alessio e la Casa delle Idee sono una cosa sola!

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