Stan Lee (pseudonimo di Stanley Martin Lieber), nato a New York il 28 dicembre 1922, è considerato il “papà” di tantissimi supereroi Marvel. Scrittore, editore, redattore, produttore cinematografico, attore e, soprattutto, responsabile della nascita di gran parte dei supereroi che popolano l’universo Marvel Comics come Spider-Man, Hulk e gli X-Men.
Stan Lee ha letteralmente dato vita ai pilastri della cultura pop, popolando un intero secolo di sue creazioni. Diplomato all’età di 16 anni, ben presto diventa redattore dell’allora Timely Comics (che poi diventerà, decenni più tardi, prima Atlas Comics e poi la ben più nota Marvel Comics). Negli anni ’40 e ’50 inventa personaggi che diventano protagonisti di varie serie a fumetti, tra cui tra cui The Witness, The Destroyer, Jack Frost e Black Marvel.
Il 1961 è l’anno in cui Stan Lee incontra l’artista Jack Kirby, altro volto storico della Marvel, e in cui insieme creano i Fantastici Quattro, eroi che ottengono i loro superpoteri in seguito ad un incidente cosmico avvenuto durante una missione spaziale. Il quartetto fa di lui e della casa editrice – quella che sarebbe diventata la Marvel Comics – protagonisti del mondo dei fumetti.
Un anno dopo, nel 1962, Lee e l’artista Steve Ditko creano Spider-Man, aggiungendo un altro vincitore al gruppo prima della creazione degli X-Men nel 1963.
La Marvel continua a prosperare, e nel 1972 Lee diventa direttore editoriale della compagnia.
I più giovani ricorderanno Stan Lee grazie ai suoi numerosi cameo nell’Universo Cinematografico Marvel, il grandissimo progetto di universo condiviso prodotto dai Marvel Studios, le cui trasposizioni cinematografiche si basano proprio sui personaggi creati e co-creati da Stan Lee, tra cui gli Avengers, Captain America, Thor e Spider-Man.
Ancor prima dell’MCU, film come X-Men (2000) di Bryan Singer e Spider-Man (2002) di Sam Raimi hanno lanciato franchise di successo, poi, altre creazioni di Lee che hanno ricevuto il trattamento hollywoodiano sono state Daredevil (2003), Hulk (2003) e Iron Man (2008).
Stan Lee era spesso presente in piccoli cameo, una tradizione che è continuata anche dopo l’acquisto di Marvel Entertainment da parte di The Walt Disney Company nel 2009, e che lo ha visto “spuntare” in particine nei film dei Vendicatori (stand-alone o corali), come Thor (2011), The Avengers (2012) ed Ant-Man (2015).
I cameo di Stan Lee sono diventati gli “easter egg” preferiti dai fan all’interno del Marvel Cinematic Universe. Il suo breve ruolo in Guardiani della Galassia Vol. 2 (2017) ha inoltre rivelato che Lee stava, in realtà, interpretando lo stesso personaggio in ognuna di queste apparizioni, e che il suo ruolo ricorrente era quello di un cronista degli eventi dell’universo Marvel.
Noi vogliamo ricordarlo partendo da un’aneddoto che ha spesso raccontato, una di quelle storie vere che ci regalano una morale tipica di quelle fittizie, un aneddoto che ci piace chiamare “l’ultima storia di Stan Lee e come essa diede inizio all’universo Marvel”.
Durante i primi anni ’60, ai tempi della Atlas Comics, Stan non era affatto contento del suo lavoro. Allora quasi quarantenne, aveva grandi ambizioni ma le sue ali venivano costantemente tarpate dal mood che l’industria fumettistica aveva in quegli anni. Il pubblico sembrava non essere più interessato ai supereroi che nei primi anni 40 invasero le edicole, ed essi svanirono lasciandone solo tre principali: Batman, Superman e Wonder Woman, ma per quanto riguarda il resto regnarono perlopiù storie romantiche o di mostri fantascientifici.
Questi ultimi erano ormai diventati il pane quotidiano di Stan Lee, che si trovava a scrivere di come mostruosi esseri dai nomi simili a ruggiti, come Groot o Goom, senza mai però scrivere ciò che lo stimolava, ciò che voleva raccontare. Trovatosi in bilico quindi tra una morte creativa ed il licenziarsi, Stan decise per quest’ultima opzione e prima di farlo ne parlò a sua moglie Joan Lee, che gli diede la spinta per realizzare la succitata “ultima storia”. Joan disse a Stan di tentare e scrivere una storia come avrebbe sempre voluto farne, una storia ricca di dramma e azione, con personaggi strabilianti dotati di abilità incredibili, di super poteri, ma con conseguenti super problemi, anche perché alla fine se ne sarebbe andato comunque, quindi perché non tentare?
Stan si mise perciò a lavoro ed assieme ad uno dei più talentuosi creativi mai esistiti: Jack Kirby, creò una storia su quattro persone che dopo un incidente avvenuto nello spazio, si ritrovarono dotate di poteri incredibili, prendendo come nome di battaglia: i Fantastici Quattro.
La storia aveva tutto ciò che si potesse desiderare, c’era azione ed umorismo, personaggi ben definiti che divennero subito iconici, ma anche dramma e conflitto sia tra i protagonisti che dentro di loro, era la storia che Stan voleva scrivere, quella che doveva essere la sua ultima storia, ma che si rivelò l’inizio di un gigantesco universo narrativo a cui pian piano vennero aggiunti innumerevoli e nuovi personaggi, assieme ad alcuni già creati in passato ai tempi della Timely Comics come Capitan America e Namor, che vennero integrati nella continuity. Un universo che continua imperterrito ancora oggi, sia nei fumetti che in molti altri media, tra cui il cinema, dove Stan ha fatto la sua comparsa con moltissimi cameo. Non c’è bisogno di dire che in seguito la Atlas Comics cambiò nome, diventando la ben più famosa Marvel Comics.
Questa storia ci insegna che nonostante le difficoltà, non si devono mai abbandonare le proprie ambizioni e si deve almeno tentare di renderle realtà, perché da un ultimo tentativo può nascere qualcosa che condizionerà la nostra vita per sempre, rendendola stupefacente e sorprendente.